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venerdì 29 giugno 2012

I M P O R T A N T E ! ! !




Mercoledì 4 luglio

alle ore 18.00 presso il Comune

Il Comitato "NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO"

avrà un incontro con il nuovo Sindaco.



Tutti i partecipanti e gli interessati al nostro Comitato

sono pregati di voler essere PRESENTI.



La Ditta non è mai stat ferma, la Curia si è rifatta viva e vuole

procedere. Dopo l'impegno, a bassa voce, preso sotto le elezioni,

occorre far prendere all'attuale Giunta un IMPEGNO VERO e definitivo

sulla rinuncia all'operazione speculativa della Curia.





venerdì 8 giugno 2012

Volantino distribuito al mercato sabato 9 giugno

SE LEI E’ “TURBATO”...
...NOI COSA DOVREMMO ESSERE ???




     Mercoledì 6 la cronaca locale dei quotidiani ci hanno comunicato che il sig. Vescovo si era “turbato” per le accuse mosse da molti, in primo noi del Comitato “NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO”, per le quali l’operazione del parcheggio interrato a ridosso dell’ex Monastero di San Bartolomeo veniva definita come mera speculazione.

     La Curia comunica infatti che la costruzione del Parcheggio dovrebbe servire alla ristrutturazione della chiesa e del Monastero di San Bartolomeo.
Agli abitanti del quartiere importa poco dove vadano a finire i denari, quando in compenso una non meglio precisata Napoletana Parcheggi S.P.A., oltretutto di fuori del nostro territorio, vorrebbe edificare e gestire un maxi parcheggio che distruggerebbe l’ultimo spazio verde rimasto nel centro urbano, che aumenterebbe esponenzialmente il traffico nel quartiere, che intercetterebbe la falda acquifera con tutti i rischi idrogeologici derivanti, ad iniziare dalle abitazioni circostanti, le cui cantine, già adesso e spesso, come sa chi vi abita, si allagano ad ogni pioggia.

     Le tariffe che la S.P.A. ci ha comunicato (€ 2,50 all’ora, compresa la notte!) non sono certo congrue alle tasche di noi cittadini, quindi nessun vantaggio per alcuno.
Ma la Curia nella sua Nota, continua a raccontare falsità, facilmente e oggettivamente smentibili, dicendo:
        1) che la zona a verde di San Bartolomeo è degradata: FALSO!!! E’ solo ABBANDONATA, dopo che hanno dismesso il Circolo, dopo che hanno dismesso il campino, dopo che hanno lasciato tutto nell’incuria. Tutto in previsione del “recupero”, ossia del parcheggio interrato.
        2) che lo fanno per eliminare i 50 posti auto in piazza. FALSO!!! Perché fare un parcheggio di 300 posti-auto? Quando dietro la chiesa ci è stato fino a poco tempo fa un parcheggio (non regolamentato e concesso in modo non trasparente (a “Obolo”) solo ad alcuni fruitori e non ai residenti), di circa 50-60 posti ? Riapriamo quello e regolizia molo.
        3) che hanno effettuato una “approfondita analisi geologica”. FALSO!! Il Genio Civile gli ha chiesto integrazioni e stanno aspettando da mesi.
        4) che le analisi geologiche ..”hanno reso possibile la fattibilità”. FALSO!!! Non vi è ancora nessuna fattibilità; è ancora in corso il monitoraggio della falda !!!
        5) questo progetto sarebbe “per riqualificare un’area oggi degradata”. FALSO!!! Almeno che si intenda per riqualificazione asportare qualcosa come 53.000 mtcubi di terreno, andando ad una profondità di 12 metri circa su un’area di circa 5.000 metri quadri e introdurvi un qualcosa come circa 15-20.000 metricubi di cemento e acciaio. Da quando in qua il cemento “riqualifica”? La Terra vergine è già qualificata, lo ricordava San Francesco.
        6) che “sarà restituita al pieno godimento della città”. FALSO!!! Intanto si abbatterebbero tutte le alberature presenti, poi si stenderebbe un lastrone di cemento armato di circa 5.000 metri quadrati con sopra riportato un 50-60 centimetri di terra. Quali alberi ombrosi vi cresceranno ?

     E poi prevedono una durata dei lavori di due anni: la città sarà, interdetta per le migliaia di camion, un caos infernale per chi deve viverci, ma anche per le attività commerciali e turistiche.

Caro sig. Vescovo, Lei è “turbato”. E noi cosa dovremmo essere?


     Se ha bisogno di denari, perché ha gettato al vento molti (ci piacerebbe sapere quanti? È’ possibile sapere?) soldi per quell’affare che sta a fianco della chiesa di Valdibrana (tutto cemento e marmi)? Incompiuto, abbandonato, DEGRADATO?
Gesù Cristo vi ha raccomandato povertà, modestia, ripudio delle ricchezze, salvaguardia del creato.
Si attenga a questi principi e lasci perdere la operazioni Finanziarie e Immobiliari. I soldi li vada a chiedere alla vostra Banca IOR, oppure utilizzi quelli dell’IMU, che NOI pagheremo in modo molto pesante.

     Non si lavi le mani derubricando la vicenda come pratica formale competente all’autorità amministrativa: non ci sono solo gli aspetti legali e tecnici - in questo caso molto lacunosi e dubbi - ci sono anche quelli morali. Terminiamo informandola che la “democrazia” è il popolo, non il Potere.



Pistoia - giugno 2012

Comitato “NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO”



martedì 5 giugno 2012



Una riflessione sul mio sciopero della fame


     In questi primi giorni fuori dalle mura di una casa divenuta carcere, camminando per le vie della mia piccola cittadina, molti mi fermano e si complimentano della mia determinazione, della Forza nell’aver portato avanti lo sciopero della fame per oltre 20 giorni. E della Libertà ritrovata.

     Mi necessita rompere il silenzio che mi ero imposto dopo tanto parlare, per cercare di comprendere, e in questa mia ricerca coinvolgere coloro che mi hanno supportato, dove abbia attinto la Forza e la determinazione che mi ha permesso questa azione, oltretutto senza causare danni al mio corpo.

     Il signor Caselli, può dire tutto ciò che vuole, ma quando si apre una indagine, considerato che sussiste la “presunzione d’innocenza” e considerato che “la giustizia è uguale per tutti” (almeno il Caselli ci dice), dovrebbe avere un atteggiamento un po’ meno repressivo e punitivo nei confronti di persone solo indagate.
Il rifiuto totale e assoluto manifestato in questi quattro mesi di ACCANIMENTO GIUDIZIARIO, ancorché di provvedimenti cautelari, contro persone sottoposte a indagini, denota che la Procura di Torino è comandata da teorie ben diverse dalla ricerca della sola verità.
Dopo sei mesi dai fatti contestati nessuna Procura affermerebbe che sussista il pericolo di fuga, e non lo può fare neppure quella di Torino.
Quando le prove sono semplicemente alcuni video, e solo questi, già in possesso della Procura, quale sarebbe il pericolo di “inquinamento delle prove”?
La reiterazione del reato, considerato che trattasi di Manifestazioni di opposizione ad un progetto che riguarda una specifica zona territoriale. E’ sufficiente impedire il frequentare tale zona agli indagati. E questo ci è dimostrato anche da diversi provvedimenti che sta prendendo una diversa istanza del Tribunale di Torino.

     Il signor Caselli può affermare tutto ciò che vuole, ma non può negare che non sussiste alcuno degli elementi che determinano la necessità della detenzione.
Ma è ovvio che il signor Caselli interpreta la Legge come meglio gli aggrada, e soprattutto la plasma per i suoi obiettivi.
Di essere garantista è evidente non gli importa assolutamente niente. Per lo meno per quanto riguarda il Movimento No Tav. Ma questo lo sapevamo già: ci vogliamo dimenticare di Sole e Baleno? Assolti…ma dopo che li hanno “suicidati”!

     Ma si limitasse solo a non essere garantista, ancora si potrebbe discutere. No! Il signor Caselli e la sua Procura vanno ben oltre. Respingono ogni richiesta, senza neppure valutare la situazione specifica del soggetto che la richiede. Non gli serve sapere il motivo per cui una persona, che seppure No Tav, rimane pur sempre un cittadino di questo paese (di maniche larghe verso politicanti mafiosi, loro amici e amici degli amici, pardon: siamo garantisti e sussiste la “presunzione d’innocenza”), che, tuttora, ci dicono garantista.
La Procura di Torino semplicemente ha creato intorno a questa indagine un muro di negazione.
E non solo, ma ha coinvolto in questa operazione anche l’ ufficio del GIP.

     Il GIP nel suo rigetto alla richiesta dei miei avvocati non si era limitato, anzi proprio non lo ha fatto, a dare un parere sulla consistenza delle prove che la Procura gli ha presentato. Che questo, sarebbe il suo ruolo Istituzionale: valutare le necessità di misure cautelari o altre forme di controllo in virtù della consistenza del reato e soprattutto delle prove addotte.
L’Ufficio GIP non si è basato sulla valutazione delle prove, ma si è sempre poggiato, nei suoi rigetti, al solo fatto che l’indagato, e sottolineo: ancora indagato, non si sia pentito di “quanto commesso”.
E qui subentra una vera e propria “ILLEGALITA’” dell’ufficio GIP: il voler affermare la colpevolezza dell’indagato, cosa che non è nella sua competenza istituzionale.
Inoltre la pretesa di un Pentimento, nel momento che si tratta di reati (presunti!!) legati a delle Opinioni e delle Idee, reati (presumibilmente) commessi durante una manifestazione per la tutela del territorio.

     Si vuole forse dimostrare che in questa Società non vi possono essere persone che dissentono dal loro Potere? Che la loro repressione deve farci arretrare dalla nostre IDEE? Si guardi bene! La GIP vuole il Pentimento non di un reato, che solo il giudice deciderà se veramente commesso, ma dalle proprie Opinioni e Idee. Il mio e il nostro rifiuto del Pentimento, molto enfatizzato dall’ufficio GIP è preso, con ILLEGITTIMITA’, quale motivazione di rigetto di ogni istanza di alleggerimento dei provvedimenti cautelari o alla stessa richiesta di permessi per recarsi a lavorare. Se vuoi riprendere il tuo lavoro che ti permette di mantenere la tua famiglia, devi rinnegare le tue Idee. Mi pare di sentire la GIP.

     Inoltre devo anche partire dal triste comportamento della Procura di Torino che ha enfatizzato il mio (presunto)essere ex-terrorista (dico: MARCHIATO come ex-terrorista), e su questo, invitare i loro strumenti della disinformazione ad imbastire una schifosa campagna d’infamità, basata solo sul fango che a piene mani riescono, solo loro, a tirare in faccia al “mostro”.
Su questa mia MARCHIATURA vorrei riportare una non piccola vicenda, non tanto per ripulire la mia persona, che di questo non vi è necessità, data la mia Militanza lunga quarant’anni, e tutta alla luce del sole e basata, e non cesserò mai di ripetermi, sulla sola e grande FORZA delle IDEE. Ma piuttosto per chiarire quanto ingiustificato e illegittimo sia stato il comportamento di Procura e GIP torinesi.

     Venni arrestato (una prima volta) il 23 aprile 1981. Dopo un primo interrogatorio in cui non potevo fare altro che dichiarare la mia Innocenza, ma soprattutto, in questo frangente, i Sostituti Procuratori della Repubblica sig. Vigna Pierluigi e sig. Chelazzi Gabriele si dimostrarono per quello che erano, affermando spudoratamente il falso allorché così si espressero (verbale d’interrogatorio):
             “..facendo anche presente che numerose persone imputate di fatti
             anche assai gravi, hanno reso ampie e dettagliate dichiarazioni.”

Il 7 luglio successivo vengo interrogato dal Giudice Istruttore (dott. Vincenzo Tricomi) il quale, il giorno 21 dello stesso mese, firma la “ORDINANZA di SCARCERAZIONE per MANCANZA di INDIZI”.
In questa Istanza possiamo leggere:
            “rilevato che gli elementi a carico di Ginetti sono costituiti dalle dichiarazioni
            di Marco Donat Catin, che riferisce genericamente della sua conoscenza…
            risalente a diversi anni fa…”
   (dove sono finite le “numerose persone”?)
e più oltre:
            “Questi però per la loro genericità e indeterminatezza non sono tali da
            giustificare il mantenimento dello stato di carcerazione preventiva.”
   (dove sono le ”ampie e dettagliate dichiarazioni”?)
Ed ancora:
            “Nessun altro elemento circa la concreta partecipazione alla Banda Armata
            emerge dagli atti non potendosi ritenere prova la generica affermazione “egli
            poi faceva parte del gruppo intorno al Gianluca e uscì da P.L. con lui” in quanto
            non emerge concretamente la prova che il Ginetti abbia svolto un qualche
            ruolo nell’ambito della Banda Armata tale da qualificarne la partecipazione.”

Come si vede, in un periodo (primi anni 80) di “emergenza nazionale”, un periodo in cui si svilupparono leggi speciali, in un periodo in cui per condannare erano sufficienti “generici indizi” e pur mancando alcunché da “qualificarne la partecipazione”, si condannava solo e solamente per necessità di “Marchiare” i Militanti.
Nonostante il periodo, ripeto “Speciale”, il Giudice Istruttore comunque si guarda bene da dare suoi giudizi sui reati imputati e si limita, secondo i suoi obblighi istituzionali, alla sola valutazione delle prove e se in virtù delle medesime vi sia la necessità di provvedimenti cautelari.

     Cosa che non ha fatto l’Ufficio GIP di Torino, pur essendo in diversa situazione politica, magari per mandarci a dire che per il Movimento No Tav si è in “emergenza”. Come dirà più tardi il Ministro della Giustizia: i NO Tav sono la madre di tutte le preoccupazioni.
Nell’istanza di rigetto in mano al sottoscritto, ma vale per tutti i miei coindagati, da parte dell’Ufficio del GIP non vi è alcuna valutazione delle prove presentate. E sostiene il suo rigetto sulla sentenza che illegittimamente emette; cioè che avrei commesso i reati imputatimi.
Trasformando così il suo parere sulla validità delle prove in vera condanna e pertanto ritenendosi nel giusto, trasforma e utilizza le misure cautelari (che in quanto tali devono rispondere a ben precise e definite esigenze, che come detto sopra non sono mai esistite), in vera e preventiva pena detentiva.

     Da questo utilizzo spregiudicato della Giustizia, da questo ILLEGITTIMO utilizzo delle misure cautelari, da questo ACCANIMENTO GIUDIZIARIO e REPRESSIVO è nata in me l’esigenza di non subire passivamente e di voler dare a questa pretesa Giustizia una qualche, nonché adeguata risposta. Se vogliamo neppure tanto presa in riflessione, ma piuttosto spintovi da quella mia repulsione dei soprusi, dell’arroganza, della sopraffazione che mi ha sempre guidato nella vita e nella Militanza.

     Non avevo altro strumento che lo sciopero della fame. La forma più pacifica e non violenta, almeno se si considera la violenza contro altri, ma autolesiva, dunque violenta contro se medesimi. Eppure la GIP ha avuto modo di esprimermi il suo disprezzo pure di questa forma di Lotta, apponendo a questo un brutto c.d. (cosiddetto). Non perdendo occasione di dimostrarmi/ci il suo totale disprezzo contro chi esprime dissenso, o chi intenda Lottare e Resistere.

     In una riflessione tranquilla e dopo aver percorso questa esperienza devo dire che i risultati sono andati ben oltre le mie aspettative, forse anche perché non ne avevo. Con questo mio piccolo gesto, seppur nella sua modestia e semplicità, penso (e spero) di aver dato un contribuito al Movimento No Tav. Ricordando, che non le grandi gesta di pochi, ma il piccolo contributo di milioni di formiche possono abbattere la Grande Quercia, gloria dell’Imperatore.

   Antonio Ginetti

   Pistoia 4 giugno 2012-06-04